I sanpietrini sono croce e delizia dei romani. Esistono due correnti di pensiero a riguardo: quella “pro” che sottolinea la bellezza e il ricordo di antiche strade romane formate da questi blocchetti di basalto, e quella “contro” che li vorrebbe polverizzare per la loro mancanza di funzionalità. Questi selci ( a Roma “serci”) della pavimentazione stradale hanno forma di tronco di piramide e le dimensioni originarie erano 12X12 e un’altezza di 17 cm. Questa forma piramidale era dovuta al fatto che venivano posati con la sabbia a secco senza calce e dunque in caso di avvallamento bastava toglierli e riempire la buca con la sabbia e rimetterli battendoli per ripianare la strada. I Romani pensavano le loro strade sempre in termini di sicurezza e praticità.
Oggi purtroppo di questo tipo ce ne sono sempre meno, sostituiti da quelli più moderni e lavorati con tecniche diverse. Sono abbastanza pericolosi perché si scivola quando piove e fanno un gran rumore quando passano i mezzi pesanti. Personalmente li sento abbastanza anche sotto i piedi quando porto certi tipi di scarpe. Mi ricordo di aver attraversato con enorme difficoltà piazza San Pietro mentre nevicava e di essere riuscita ad arrivare a casa incolume per pura fortuna: scarpe da ginnastica, sanpietrini e neve sono una miscela diabolica. Però al di là di tutte le considerazioni tecniche sui sanpietrini, fa un certo effetto pensare che almeno su alcune strade, camminiamo su pezzi di storia.
Dimenticavo si chiamano sanpietrini perché la prima pavimentazione tronco piramidale è stata realizzata a piazza San Pietro nei primi anni del 1700.
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