Le immagini sacre che troviamo per le strade di Roma sono tantissime.Gli angoli del centro storico della città hanno quasi tutti un’edicola sacra cioè quella piccola struttura architettonica all’interno della quale si conserva un’immagine sacra. Ad alcune di queste edicole sono legate storie davvero incredibili come a quella antichissima nella zona dietro al Colosseo.
Le immagini sacre
- L’edicola in questione si trova tra Via dei Santi Quattro e Via dei Querceti ed è legata ad una leggenda molto conosciuta dai romani. Questa leggenda racconta che agli inizi del IX secolo arrivò a Roma un giovane piuttosto belloccio e colto che iniziò la carriera ecclesiastica con notevole successo tanto che fu eletto papa con il nome di Giovanni VIII ed espletò il suo mandato per due anni fino cioè a quando accadde un clamoroso incidente. Infatti durante la processione di Pasqua, nella quale il Papa tornava al Laterano dopo aver celebrato la messa in San Pietro, mentre il corteo papale percorreva quella strada, la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il Pontefice. Il cavallo del Papa, impaurito, si imbizzarrì provocando a “Papa Giovanni” un travaglio prematuro e caduto a terra dette alla luce un bambino. È così nata la leggenda della Papessa Giovanna. Da quel momento per evitare equivoci sul sesso del Papa fu introdotta la sedia “gestatoria”, una speciale poltrona usata per la cerimonia di incoronazione del nuovo pontefice, che aveva un foro nel sedile attraverso cui uno o due diaconi, con le mani, dovevano verificare la presenza degli attributi maschili. La strada di via dei Querceti per un certo periodo di tempo fu anche conosciuta come Vicolo della Papessa. Non si sa se questa storia sia vera oppure no perché a riguardo esistono pareri contrastanti.
- Un’altra storia meno clamorosa riguarda l’edicola di via dei Coronari. Nel ‘400 un signore fiorentino ricevette dal monastero di S. Lorenzo in Capite un’immagine sacra che volle porre all’angolo del suo palazzo, appunto in via dei Coronari, e divenne oggetto di venerazione da parte di pellegrini che, passando per la via, si recavano verso ponte S.Angelo. Poi l’edificio passò ad Alberto Serra da Monferrato, come si legge nella lapide in basso, che ristrutturò l’edificio e affidò a Antonio da Sangallo il Giovane la ricostruzione dell’edicola e la fece a tempietto a forma di Pantheon. La sua storia è piuttosto singolare: infatti costui si era salvato a stento dalla cattura dei lanzichenecchi durante il Sacco di Roma, rifugiandosi a Castel Sant’Angelo e giungendovi un istante prima che lo catturassero. Il destino però volle che una volta varcata la soglia della salvezza, gli venisse un infarto o per la gran corsa o per il grande spavento.
- In piazza di Tor Sanguigna sta una delle più decorate edicole di Roma: quella di palazzo Gondi, e da lui disegnata. Un modo per riscattare la cattiva fama di questa parte del rione Ponte, dove, oltre a passare il flusso continuo dei pellegrini verso la Basilica Vaticana, c’erano molte case di prostitute, come la casa di Fiammetta in via dei Coronari e nella vicina piazza Fiammetta. Questa edicola presenta all’interno di un tabernacolo una tela rettangolare dipinta ad olio, raffigurante la “Vergine” che sale in cielo su uno sfondo dorato con un corteo di angeli e cherubini, il tutto addobbato con gigli, nubi e cherubini, mentre due bellissimi angeli sporgono alla base ed un altro, che sovrasta l’edicola, tiene in mano una corona di luci. Queste luci, insieme a due candelieri a tre bracci disposti sui lati e un lampione centrale, rendono particolarmente ricca l’illuminazione. Una croce greca è situata al di sopra del baldacchino con frange. La sistemazione piuttosto anomala della Madonnella, interposta tra due finestre del primo piano, è motivata dal fatto che l’edicola fu oltraggiata dai francesi nel 1798, venne fatta collocare dal Gondi in posizione più elevata rispetto a quella originaria nel 1800.
Come vedi ognuna di queste immagini sacre ha una sua storia. Qui ho preso in considerazione solo tre tra le più famose.
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